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 CAPITOLO 12 - L’alba di un nuovo giorno

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Prince_of_Persia

Prince_of_Persia


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081209
MessaggioCAPITOLO 12 - L’alba di un nuovo giorno

AVVISO AI LETTORI, NON è CHE QUESTO CAPITOLO POSSA ESSERE MESSO IN RATING ROSSO, MA C’è UN PICCOLO PEZZETTO IN CUI è LEGGERMENTE ESPLICITO NELLE EMOZIONI GIUSTO UNA PAROLA, MA è GIUSTO AVVISARE. BUONA LETTURA



Un giardino dell’eden ma accolse in un caldo abbraccio. Voci lontane coloravano il silenzio di quella mattina cristallina dal cielo privo di nuvole, il suo celeste infinito sovrastava la mia testa. Intorno a me avevo un giardino colmo di margherite e violette perfettamente sbocciate, ma la cosa che colpì il mio occhio furono le sedie. Decine di sedie all’aperto di quel sole erano, immobili e incandescenti, intorno a me. Sedie da giardino, normalissime sedie se non fosse stato per l’addobbo floreale bianco candido e le centinaia di trine in pizzo sempre bianco, altra cosa strana era che le sedie erano ordinate perfettamente in otto file da sei, schierate come se fossero pronte per un ricevimento. Guardai davanti a me e vidi un maestoso arco che faceva da entrata ad un cristallino gazebo coperto di rose rosa rampicanti impeccabilmente intrecciate tra loro. Quasi mi venne un infarto quando vidi che al centro del gazebo c’era un altare pronto per celebrare una liturgia. Mi guardai avevo un sontuoso vestito bianco, dal corpetto tempestato di Swarovski che lasciava scoperte le mie spalle e le mie braccia. La gonna lunghissima e pomposa era di seta e raso purissime, girando la testa verso la mia schiena vidi che una coda di due metri mi faceva da scia e su questa coda c’era ricamata una farfalla stupenda anche questa ornata da Swarovski. Mi toccai la testa, avevo una coroncina di fiori bianchi che teneva fermo un leggerissimo velo sopra la mia testa. Santo cielo ero vestita da sposa. Lo compresi meglio quando guardandomi le mani le vidi occupate da un bouquet di calle e orchidee. Stavo per sentirmi male, ma per quanto non desiderassi altro che svenire capii che c’era molto altro di cui dovevo spaventarmi. Infatti quando tornai a guardare l’altare un uomo anch’esso vestito di bianco, stava venendo verso di me. aveva un cappello a cilindro e cascate di riccioli che gli accarezzavano il collo. Lo smoking era immacolato se non fosse stato per la rosa rossa all’occhiello e la carnagione mulatta. Colpito dal sole che dominava il cielo quel giorno era una visione paradisiaca, facevo fatica a mantenere gli occhi su di lui da quanto riusciva a splendere, ma ciò che mi rese del tutto cieca fu il suo sorriso che si accese appena fu davanti a me, non disse nulla mi porse solo il braccio e insieme ci avvicinammo all’altare. “Oggi è il grande giorno amore mio, sarai mia per sempre finchè morte non ci separi”

“Michael, io resterò tua anche dopo la morte. Ciò che appartiene a te non è solo il mio corpo, ma anche la mia anima, che è resterà sempre e solo tua! Ti amo Michael”

“Ti amo Elena.” Stavamo per baciarci ma una voce arrivò alle nostre spalle. “Eh eh, non prima della fine della celebrazione. E poi stanno arrivando gli ospiti.” Era Mez che conduceva il parroco all’altare spigandogli le dinamiche della cerimonia. Ci guardammo complici e sorridemmo entrambi. La liturgia iniziò e per tutto il tempo riuscii a sentire il calore che avevo dentro, emesso fuori dalle mie lacrime che si manifestavano davanti al sorriso commosso di Michael, altrettanto emozionato. Scoppiai in un pianto di gioia udendo la promessa solenne che Michael a cuore aperto stava giurando di mantenere con me. la voce gli tremava e per tutto il tempo rimase con gli occhi lucidi e bassi, finchè non fu il prete a parlare “Vuoi tu Elena prendere Michael come tuo sposo per amarlo ed onorarlo in salute e in malattia, in ricchezza e povertà finchè morte non vi separi?” avevo paura che il fiato mi si mozzasse in gola per tutta la foga con cui sentivo la necessità di dirlo, ma con mia sorpresa mi uscì fermo e assolutamente sincero quel “Lo voglio”. Ebbi finito di dirlo tremando dall’emozione, fu la volta di Michael che chiuse gli occhi, e ascoltò le stesse identiche parole che avevano dello a me tre secondi prima Vuoi tu Michael prendere Elena come tua sposa per amarla ed onorarla in salute e in malattia, in ricchezza e povertà finchè morte non vi separi?”

“Lo voglio” disse incredibilmente serio e profondo guardandomi con una dolcezza commossa di cui solo lui era capace. Poi prese l’anello “Elena ricevi questo anello come segno del mio amore e della fedeltà nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo” avvertii una scossa appena la fede si infilò al mio anulare sinistro. Michael strinse le mie mani e mi sorrise. Ora toccava a me “Michael Ricevi questo anello come segno del mio amore e della mia fedeltà nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo” Gli infilai l’anello e il sorriso prese pieno possesso del mio viso. “Michael, Elena io vi dichiaro marito e moglie” Ci baciammo e …

“Elena!!!! Ma che diavolo stai facendo?” Urlò Mez nella stanza. Sussultai e quasi rischiai di cadere dal letto quando mi accorsi che ero in ginocchio su di esso con le mani in avanti come quelle di un cane ammaestrato. Mi ci volle un attimo per scendere dal mondo dei sogni alla cruda terra. poi realizzai che intorno a me c’erano solo il muro, il pavimento, il mio letto e quello di Mez e che io addosso avevo la camicia bianca di Mike che non gli avevo restituito ancora. Beh il bianco c’era no? “Era i solo un sogno” pensai mentre il mio cuore andava in mille pezzi. Quello si che era davvero un sogno, stavo per diventare la moglie di Michael. Ma perché i sogni non si avverano nel momento in cui li pensi?

“Senti non voglio sapere cosa stavi sognando, perché dalla tua posizione potrebbe essere una cosa seriamente, seriamente perversa ed io ho il cuore debole. Comunque, sono le cinque del pomeriggio, nove ore di sonno non ti bastano? Devi alzarti Like vuole vederci tutti.”

“Luke? Come Luke? E Michael?”

Chiesi preoccupata essendo ancora presa dal sonno e non realizzando appieno che fino a nove ore fa ci stavamo salutando davanti alla porta della mia stanza. Comunque data la mia ultima esperienza cercai il bouquet di fiori che mi aveva dato la mattina per vedere se anche quello fosse stato un sogno o fosse stato realtà. L’immagine che vidi mi rincuorò perché i fiori erano perfettamente disposti nel vaso sopra alla mia scrivania.

“Ma come? Michael oggi deve andare a parlare con gli organizzatori del tour. Sai com’è tra quattro giorni andiamo in scena. avverto già l’adrenalina di quella sera.”

“Ah già è vero! (Bella scusa che si era inventato per giustificare l’assenza) e cosa hai detto a Luke di me?”

“Nulla, gli ho detto che sta notte hai fatto altro che vomitare e non ce la facevi a provare dalla mattina. Lui comunque ha detto solo di venire a vedere come stai. Non mi ha chiesto di portarti in sala. Però sai, comunque stai bene. Forse è meglio che scendi. Non c’è nemmeno Lola!”

“Ecco perché sei così smagliante e in forma. Un attimo mi infilo gli shorts e arrivo.”



Poco dopo fummo in sala. “Oh bene bene. Come stai Elena? Mangiato pesante ieri?”

“Credo proprio di sì Luke, ma ora sono pronta a mettermi a lavoro.”

Rimanemmo in sala fino alle otto, ed io mi trattenni un’ora in più per ripassare le coreografie che avevo fatto fin’ora. Mez mi stava aiutando, ma fummo interrotte da un curioso ospite che invase la sala zampettando qua e la fino ad attaccarsi alla mia gamba. “Bubbles? Ma che ci fai qui?” dissi prendendola in braccio. “Andiamo bene, Ely Mike diventa una furia se la trova in giro per casa, quando lui non c’è è solita fare disastri.” Io però capii che c’era dell’altro ed era sicuramente venuta a cercare qualcuno che fosse tanto vicino a Mike da poterla capire, evidentemente non c’era nessuno nei paraggi se era arrivata in sala da me.

“Bubbles cosa succede” Faceva segno col dito di uscire dalla sala, l’assecondai e quando fummo fuori scesa dalle mie braccia mi prese per mano, mi stava trascinando di sopra.

“Mez questa mi porta da Mike. Che faccio?”

“capirai come se non fossi mai entrata a casa sua. Vorrà qualcosa no? Aspetta ti accompagno”

Salimmo fino ai piani superiori ma quando arrivammo nel soggiorno Bubbles mi spingeva in camera di Mike. “Ah no, io così in là non ci arrivo, Michael è gelosissimo della sua intimità!”

Che novità come se non lo sapessi. “Bubbles, no. Adesso dobbiamo stare qui, perché Michael non è in casa.” Le feci l’occhiolino sperando che capisse che Mez non sapeva nulla della serata di ieri, fu più intelligente di quanto pensassi, perché aspettò un attimo ferma ed immobile e poi cambiò direzione conducendomi al tavolo. Sopra c’erano dei pupazzetti, e iniziò a giocarci cercando di coinvolgermi. L’assecondai di nuovo nella speranza che Mez si arrendesse e tornasse in albergo.

“Visto? Voleva solo compagnia. Poverina. Però è strano che Michael non l’abbia portata con sé!”

Disse Mez dubbiosa. “Magari all’organizzatore non piacciono le scimmie!”

“Non lo so. Comunque te che fai? Resti? Perché io ho da fare sta sera.”

“Ah, non so secondo te si arrabbia Mike se tornando mi trova qui?”

“Stai scherzando diventerebbe una belva!!!” Disse era ironica ma per un attimo non lo capii e ci rimasi molto male. “Sei ridicola! Ma come fai a pensare una cosa del genere. Non ce lo vedo proprio Mike ad arrabbiarsi perché giocano con la sua scimmia, poi te … sé figurati, come minimo ti chiede di fermarti a dormire! Che perdigiorno che sei! Io ti saluto visionaria. Ci vediamo domani. Sta notte dormo fuori.” Disse avviandosi ad uscire.

“Ah ok! Buona serata allora.”

“grazie! Oh naturalmente domani sera dopo le prove sei requisita, dobbiamo parlare a lungo io e te. Devi raccontarmi di ieri sera.”

“Vorrà dire che tu mi racconterai di sta sera!”

“Ovvio!!! Un bacio bella buona serata!” disse maliziosa indicando la camera di Michael, non so perché ma a volte sembrava come se Mez sapesse già tutto, aveva un’aura scura che le conferiva un insolita aria di mistero. Comunque non appena rimanemmo io e Bubbles quest’ultima di nuovo mi trascinò verso la zona notte. “Ma cosa vuoi farmi vedere?” con passo felpato mi condusse fino ad una porta socchiusa. “No, Bubbles, no! Per favore non farmi fare figuracce” nella stanza erano tappate le serrande, ma c’era una luce soffusa che sicuramente proveniva da un’abat-jour, riuscivo a distinguere bene la sagoma di Michael nella penombra. Già il cuore mi batteva a mille per la curiosità di spiarlo mentre dormiva, ma sapevo quanto era geloso della sua camera da letto e non volevo assolutamente infastidirlo, ma Bubbles continuava a tirarmi dentro con testardaggine “Bubbles, per cortesia non puoi pretendere che entri in camera sua!”

Ridevo sotto i baffi, ero di spalle alla porta sveglio, ma Elena non poteva saperlo, quindi decisi di divertirmi a sentire quante congetture mentali si stava facendo per entrare nella mia stanza. Sentivo Bubbles che la trascinava a forza dentro, era stata scelta ormai!

“Bubbles ho detto di no, mi uccide se sa che sono entrata per tre cm nella sua camera! Ti prego non farmi litigare con lui è un dolore che non sopporterei!”

Ma tu senti questa? Mi sa che dovrò essere più chiaro sulle mie intenzioni. È sempre più adorabile ogni giorno che passa. Dai Bubbles, continua così falla entrare dai così magari le passano le paturnie.

“Senti io ora me ne vado, se vuoi stare con Michael ci stai da sola. Per lo meno qua dentro.” Nulla da fare era impossibile fermarla e adesso aveva anche cominciato a fare casino gridava a tutto spiano e rischiava di svegliarlo. “No, Bubbles no, per favore! Non me ne vado ok, però te non gridare ti prego, o finirai per svegliarlo. È stanco deve riposare.” Si zittì per un attimo poi riprese puntando i piedi e tenendomi con tutte e due le zampe. “Oddio qui succede un macello. Ok d’accordo vuoi che entri? Bene eccomi sono entrata!” quella pestifera scimmietta appena fui sufficientemente vicino a Michael mi lasciò e chiuse la porta alle mie spalle.

Brava la mia Bubbles! Ce l’hai fatta. Adesso vediamo un po’ che succede? Sentivo il suo profumo pervadere la mia stanza, mai odore si era sposato meglio con il mio e quello delle mie lenzuola fresche di bucato. Ora da divertito ero estasiato e volevo respirarla fino in fondo.

“te sei un demonietto Bubbles. Ma perché mi hai fatto entrare me lo spieghi?” la vidi ridere divertita e alzare le spalle come se facesse finta di nulla. “Ah oh capito! Così, per divertimento.” Diedi uno sguardo intorno già che c’ero. Sopra al letto c’era un dipinto o meglio una foto di Shirley Temple, aveva decine e decine di libri sulle mensole attaccate al muro, libri di musica, di storia, di storia dell’arte, i grandi classici tra i quali spiccava quello di Peter Pan, e naturalmente fumetti. Vicino all’elegante comò c’era una credenza chiusa, non mi chiesi cosa ci fosse già ero andata troppo oltre. La grande finestra dava sul suo meraviglioso giardino, ben curato che avevo visto la mattina. Incredibile ma vero c’erano anche dei giocattoli che rendevano la sua immagine sempre più tenera e gentile, alcuni erano giochi da tavola gli stessi che piacevano a me incredibile. Quell’angolo di infanzia mi attirò particolarmente così mi accovacciai per curiosare un po’. C’erano pupazzetti, camioncini, peluche, costruzioni … mi fece un effetto scoprire quella parte di lui tale da lucidarmi gli occhi, ma quale mondo straordinario c’era dentro il suo cuore? Era davvero Peter pan sull’isola che non c’è, chissà se sarei mai potuta essere la sua Wendy? O magari anche solo Trilly. Sospirai e mi alzai piano era accovacciato su un fianco, tutto rannicchiato con un velato sorriso inconscio sembrava davvero un bambino. Il problema era che i bambini dormono col pigiama e a giudicare da quel pezzetto di carne che intravedevo lui non credo l’avesse. Mi vergognai come una pazza, quando vidi che ai piedi del letto c’era la parte superiore di un elegante pigiama da uomo. “Oddio, se è sul letto non può averlo addosso. E adesso? Devo subito filare via prima che si svegli.” Tuttavia era una cosa alla quale non potevo rinunciare vedere il suo viso dolcemente assopito. Così in punta di piedi mi avvicinai, avrei potuto continuare a guardarlo per ore mentre dormiva, chissà per quali mondi magnifici vagava. Rimasi incantata per qualche istante e poi non seppi controllarmi, mi avvicinai con la testa al suo cuscino a poco più di cinque centimetri da lui e le mie labbra furono come attratte da una calamita dal suo viso. Non feci altro che lasciargli un impercettibile e casto bacio sulla guancia. Ma sussurrai una parola di troppo “Ti amo”. Lo guardai ancora qualche istante e poi mi alzai.

Eccolo, riuscivo a sentire il mio cuore pompare il sangue per tutto il mio corpo in un misto di eccitazione e tenerezza. Le sue labbra calde così fievoli e impalpabili sulla mia guancia accesero in me i desideri più reconditi che un uomo potesse avere. E ciò che aveva così infinitamente sussurrato così vicina a me da entrarmi nell’anima mi dava la forza di cento leoni pronti ad entrare nell’arena dei gladiatori. Dovevo assolutamente averla, ma la mia natura mi impediva di esser tanto immediato anche se la voglia di essere dentro di lei era più forte di un gigante prigioniero in una gabbia. Cercai di placarmi per quanto possibile, ma non potevo lasciarla andare.

Sospirò in maniera più profonda e intuii che stesse per svegliarsi, dovevo dileguarmi nel giro di pochi secondi. Piano mi alzai, ma quando fui dall’altra parte del letto Michael con lo scatto di una pantera mi afferrò il braccio e mi tirò a sé facendomi finire sul letto sopra di lui. Ridevo come una pazza mia aveva messo paura, ma mai più paura fu piacevole. “santo iddio Michael! Vuoi farmi prendere un colpo? Ma ti pare il modo di afferrarmi? Eri immobile, mi hai preso in giro. Eri sveglio! Oddio che vergogna.”

“Meno male, ma Bubbles cosa doveva fare per farti capire che volevo vederti? Sei testarda, mamma mia!”

Mi guardava con occhi penetranti e felici, era in canottiera per fortuna, altrimenti avrei dovuto lottare contro i miei istinti per non nuocere alla sua incolumità. Lui era seduto con la schiena appoggiata sulla sponda del letto, ed io avevo la testa poggiata sulle sue gambe, non lo avevo mai visto orizzontalmente dal vivo se non fosse stato per il poster che avevo appeso sul ponte sopra al mio letto. Credevo di sognare sentivo già cantare dentro la mia testa un coro d’angeli.

“ma perché volevi vedermi?” gli chiesi mentre mi passava una mano tra i capelli lasciandomi in un’estasi tiranna mai avuta prima. “Perché sono troppe ore che non ti vedo, mi mancavi troppo.”

“Allora la situazione è grave per entrambi. Oggi in sala non riuscivo a connettere nessun passo se non ti proiettavo nella mia mente. È un po’ difficile abituarsi a Luke dopo aver lavorato con te. E … beh anche dopo aver passato dei momenti indimenticabili insieme.”

“Ti ho sognato sta notte, finalmente non in tuta!”

“a no? Con i jeans allora.”

“Veramente avevi un vestito molto più rassicurante dei jans.”

“Rassicurante? E che avevo addosso la divisa da poliziotto?”

“No, un meraviglioso vestito, ma forse è stato il colore a rassicurarmi. Sai, il bianco mi rilassa.”

“Santo cielo!” pensai, ma non chiesi oltre, a quanto pare non ero stata l’unica ad aver sognato quell’idilliaco momento sta notte o meglio sta mattina. Le palpitazioni aumentarono a livelli incredibili e Michael che stringeva la mia mano sopra al mio petto lo sentì. “Dio mio, ma cosa c’è qui sotto? Sta passando un terremoto.” Mio dio aveva proprio ragione, solo che il terremoto dentro di me era passato già da un bel po’ a causa di quei suoi occhi maledettamente angelici.

“Sarà l’effetto Michael, non è una cosa che mi capita spesso poggiare la testa sopra le tue gambe e stare sopra al tuo letto. Se ci penso, ma hai proprio sentito tutto quello che ho detto?”

“Credo proprio di sì!” tremendo, aveva anche sentito quella parola talmente pericolosa quanto sincera, ma cosa potevo farci ormai era andata e dopotutto avevo solo detto la verità, non potevo fare altro che sdrammatizzare “santo cielo allora mi hai sentito anche sgridare Bubbles.” Come prevedibile scoppiò a ridere. “Sì, quel momento è stato il più toccante di tutti!” Mi scompigliò i capelli.

“Sono stata brava è?”

“però ti ascolta, maestrina!”

“Vedi? È che tra simili ci si capisce.” Mi alzai a sedere da semi sdraiata che ero. Michael si avvicinò a me e mi spostò i capelli che scendevano lungo la spalla. Poggiò una mano sul mio collo per poi accarezzarmi il viso dopodiché fummo di nuovo fronte a fronte “Sono stata divinamente ieri sera. E anche sta mattina … in verità sto divinamente ogni volta che sto con te. Sei il motore delle mie giornate.”

“Pensa che è solo l’inizio. In te ho trovato le ali per volare. E non ti lascerò mai andare via.”

“Non ne sentirò mai il bisogno Mike credimi!” anche io poggiai le mani sul suo collo era la prima volta che riuscivo a toccarlo standogli così vicina, l’avevo immaginato tante volte, ma ora che mi stava accadendo scoprii che le sensazioni che provavo quando solo lo pensavo, già fortissime, si amplificavano a livelli altissimi forse non avevo mai vissuto tanto intensamente le mie emozioni anzi ero certa di non averlo mai fatto. Non credevo di essere in grado di provare sensazioni più forti di quelle che ora vivevo, invece dovetti ricredermi quando le sue labbra scesero dalla fronte fino al mio naso. Mi guardò e decentrò il bacio deviando per la guancia, che accarezzò con la sua. Nel momento in cui si scostò leggermente interrompendo il contatto mi guardò intensamente e poi avvenne ciò che più temevo e anelavo allo stesso tempo, socchiuse gli occhi e passandomi una mano sul viso fece conoscere le nostre labbra. Mi stava baciando, le sue morbide labbra sfioravano le mie, diventando ad ogni tocco più umide e intense. Il mio e il suo calore fusi in uno, il mio e il suo spirito suggellati dalla dolcezza e l’intensità del nostro bacio. Sentivo il suo umore sempre più dentro le mie labbra, fino a quando il bacio divenendo profondo e interno liberò il fuoco che avevo dentro e che sepre avevo custodito per lui, solo per lui. Lo strinsi forte per averlo sempre più vicino, avevo bisogno di credere che tutto quello fosse reale e lui lo capì stringendomi a sua volta. Ormai respiravamo insieme ed era impossibile fermarsi, più lo assaggiavo più ne volevo, il suo sapore era fresco e dolce, riuscivo a sentire tramite le sue labbra tutto ciò che di più perfetto la natura umana aveva dentro l’amore. Dopo qualche minuto che a me parve interminabile si congedò con la delicatezza di una farfalla, piano aprimmo gli occhi che subito si incontrarono. “Temevo di non farcela. E invece ora temo di non riuscire più a smettere.”

“perchè dovresti smettere?” stavamo per baciarci di nuovo ma una familiare voce giunse alle nostre spalle.

“Perché mi servono le chiavi della nostra stanza Ely” era Mez che con i lucciconi agi occhi aveva congiunto le mani. “Non ho mai visto così tanta passione e intensità in un bacio”

“Oddio Mez!”







Eccoci qui bella gente, posso dirvi che le vostre recensioni mi hanno riempito il cuore di gioia, specialmente ieri che è stato uno dei giorni più turbolenti mai vissuti negli ultimi due mesi, e tutti sappiamo perché. Ieri non ho postato per il semplice motivo che scrivere di Michael in un giorno così tremendo e definitivo per me non era fisicamente possibile. Comunque oggi ho postato questo semplice capitolo tanto per celebrare il giorno dopo la loro idilliaca serata. E diciamoooo venire incontro alle vostre richieste!!! Un bacio grandissimo a Bad_ Mikey e naturalmente alla mia semplice ed unica Eutherpe, grazie anche a Jennifer_94; angeoudemon Heartagram Porsche lolla 20 non immaginate quanto mi avete resa felice, mi sento meglio quando so che vi piace e vi fa rivivere Michael col sorriso ciò che scrivo. Dopotutto lui donava felicità e vedere tristezza lo renderebbe solo più triste vi adoro grazie di recensire grazie di leggere, grazie di esserci Alla prossima!!!

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